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Che cosa è: L'ecografia
di screening del secondo trimestre (detta anche ecografia morfologica)
rappresenta l'esame ecografico più importante da eseguire nell’arco
della gravidanza. La sua finalità è quella di studiare l’ anatomia
fetale e quindi di accertare il normale sviluppo morfologico del feto.
Una alterazione dei reperti di normalità deve fare sospettare la
presenza di una patologia malformativa fetale. Dal momento che le
malformazioni congenite del feto rappresentano nella maggior parte dei
casi un evento fortuito in corso di gravidanza fisiologica in pazienti
senza fattori di rischio, l'ecografia morfologica deve essere offerta a
tutte le donne in gravidanza. Epoca di esecuzione: l’epoca ideale
per sottoporsi alla ecografia morfologica è quella compresa tra 19 e 21
settimane di gestazione. In questo periodo infatti le dimensioni del
feto e lo sviluppo dei suoi organi sono tali da consentire la migliore
valutazione. Inoltre la quantità di liquido amniotico è la più idonea a
favorire la migliore osservazione del feto. Modalita’ di
esecuzione: così come suggerito dalle linee guida SIEOG (Società
Italiana di Ecografia Ostetrica e Ginecologica) durante l'esame devono
essere ottenute delle immagini standard che consentano di valutare i
seguenti organi: cranio: valutazione della sua integrità e della
sua normale forma; misura del diametro biparietale e della
circonferenza cranica; visualizzazione delle orbite, del naso e delle
labbra cervello: visualizzazione del cavo del setto pellucido,
valutazione dei ventricoli cerebrali, dei plessi corioidei, della fossa
cranica posteriore (cervelletto e cisterna magna) e misura
dell'ampiezza del trigono ventricolare colonna vertebrale: valutazione della sua integrità torace:
valutazione e visualizzazione della posizione del cuore e dei polmoni;
visualizzazione delle 4 cavità cardiache, dell'emergenza e incrocio dei
grossi vasi e della scansione 3VT addome: valutazione dello
stomaco, del fegato, dei reni, della vescica, della parete addominale e
dell'inserzione del cordone ombelicale arti: valutazione delle ossa lunghe e delle mani e dei piedi (presenza/assenza); misura della lunghezza del femore Oltre
a questi parametri, che rappresentano il minimo standard da ricercare
in una ecografia morfologica, se la posizione del feto e lo spessore
delle pareti addominali lo consentono, si possono eventualmente
evidenziare numerosi altri dettagli anatomici più fini. Fattori
che limitano una soddisfacente valutazione della morfologia fetale sono
lo spessore della parete addominale materna, la posizione ostile del
feto e la scarsità di liquido amniotico. Per questi motivi la durata
dell’esame è variabile: in condizioni favorevoli (paziente magra, feto
in buona posizione, adeguata quantità di liquido amniotico) possono
essere sufficienti anche pochi minuti; altrimenti l’esame si prolunga e
talvolta è necessario ripetere l’esame attendendo che il feto modifichi
la sua posizione sfavorevole. Su indicazione clinica l’esame
morfologico può essere integrato da una valutazione transvaginale della
lunghezza del collo uterino per la valutazione del rischio di parto
pretermine e da una flussimetria delle arterie uterine per la
valutazione del rischio di pre-eclampsia. Risultati: anche se la
valutazione ecografica del feto è stata accurata esistono, purtroppo,
numerose patologie malformative, talvolta complesse e gravi che, per le
loro specifiche caratteristiche morfologiche e funzionali, non possono
essere evidenziate con l'ecografia. Altre patologie, per la loro
evoluzione naturale, possono rendersi manifeste solo nel terzo
trimestre o addirittura dopo la nascita. Vanno poi considerate le già
citate limitazioni ad una accurata valutazione morfologica del feto (la
posizione fetale sfavorevole, la scarsità del liquido amniotico, lo
spessore della parete addominale materna, gli artefatti generati dagli
ultrasuoni). Per questi motivi e per i limiti intrinseci della
metodica è possibile che alcune lesioni fetali, anche importanti, non
siano rilevate. Dai dati rilevabili in Letteratura scientifica la
sensibilità (capacità dell’ecografia di riconoscere la presenza delle
malformazioni) varia da organo ad organo ed è in media del 60% a eseguire
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