Ecografia Tridimensionale

 

L'ecografia tridimensionale (3D) permette di visualizzare il feto in tre dimensioni, mostrando un volume e non solo un piano di sezione, come avviene durante l'ecografia tradizionale bidimensionale.

Esecuzione: L’esame viene eseguito in genere per via addominale. Con una sonda dedicata viene acquisito un volume della struttura che si vuole esaminare. Questo volume viene poi analizzato tramite una serie di software dei quali è fornito l’ecografo che permettono una analisi approfondita delle strutture in esso contenute:

-Surface rendering: con questa metodica, specifica della ecografia tridimensionale, si esamina la superficie del volume acquisito, e quindi il volto del feto, se si sta esaminando la testa, la parete toracica o addominale, se si sta esaminando il tronco, le gambe o le braccia, se si stanno esaminando le estremità. L’acquisizione di più volumi al secondo in surface rendering (Ecografia 4D) consente di vedere anche i movimenti del feto in tempo reale

-Visione multiplanare: con questa tecnica si esaminano contemporaneamente i tre piani dello spazio (trasversale, sagittale e coronale) che si intersecano in un punto del volume acquisito. Tale metodica è particolarmente utile nella valutazione del cervello fetale.

-Visione tomografica: con questa tecnica si visualizzano contemporaneamente multiple fette parallele del volume acquisito, esattamente come nella TAC

-Metodica X-ray: permette di evidenziare in maniera specifica le strutture ossee, quasi come una radiografia

-Calcolo dei volumi: è possibile calcolare il volume di strutture cistiche o solide

-Visione tridimensionale della circolazione fetale: acquisendo il volume con il color-doppler è possibile ricostruire la ramificazione dei principali vasi fetali

Numerosi altri software vengono periodicamente immessi sul mercato per una valutazione sempre più fine dei volumi acquisiti.

Indicazioni: L’ecografia 3D non sostituisce la tradizionale ecografia morfologica bidimensionale per lo screening delle malformazioni, ma ne rappresenta una integrazione. La maggior parte delle malformazioni fetali ecograficamente accertabili, infatti, può essere riconosciuta con la ecografia bidimensionale; tuttavia, in caso di alcune malformazioni, il 3D offre sicuramente ulteriori informazioni utili per un migliore inquadramento diagnostico del caso, quali ad esempio alcune anomalie cerebrali che interessano il corpo calloso o il verme cerebellare, la labiopalatoschisi, le alterazioni delle suture craniche, le anomalie scheletriche ed altre ancora. Nei casi di normalità l’ecografia 3D offre il piacere di “vedere” il feto in tre dimensioni e quindi in forma più diretta e più intelligibile da parte dei genitori.

Epoca di esecuzione: L’ecografia 3D può esser eseguita in qualsiasi epoca della gravidanza, ogni qualvolta se ne trovi una indicazione. Nel caso ci sia una richiesta specifica della paziente per il semplice piacere di “vedere” il feto, l’epoca migliore di esecuzione è quella compresa tra la 25^ e la 28^ settimana di gravidanza. In questa epoca il compromesso tra le dimensioni del feto e la quantità di liquido amniotico offre le migliori immagini fetali. Nella stessa seduta ecografica, tuttavia, si ottengono utili informazioni cliniche sulla crescita del feto (confrontando le misure riscontrate con quelle rilevate nella precedente ecografia morfologica) e sulla sua normalità (riconoscendo eventuali patologie evolutive a comparsa tardiva). Per una buon rendering del volto fetale è necessario che il feto sia in posizione favorevole e che ci sia una discreta quantità di liquido amniotico al davanti della faccia. Per questo motivo alcune volte è necessario attendere il momento favorevole e, in alcuni rari casi, l’esame non è eseguibile in maniera soddisfacente.